Per una solidarietà senza frontiere con i progetti autonomi
Comunicato del 22.02.2019

de | en | fr | it

L’attuale sbilanciamento a destra della politica europea si riflette sempre più spesso in attacchi a centri sociali autogestiti dei movimenti radicali di sinistra. Nonostante la crescente polarizzazione, alcune aree autonome continuano ad esistere. Tuttavia, le attuali tendenze reazionarie non possono essere ignorate. Dobbiamo aumentare il dialogo tra di noi riguardo a strategie per combattere la chiusura di sempre più centri alternativi.

They keep coming closer. Si avvicinano sempre di più.

Il 7 febbraio 2019 c’è stato a Torino un altro significativo attacco agli squat. Alla ricerca di otto persone dalla scena antiautoritaria, accusate di "formazione di una banda sovversiva", la polizia ha arrestato sei persone, prendendo d’assalto l’occupato Corso Giulio ed evacuando il centro sociale Asilo, occupato dal 1995. Sorveglianza, razzie e arresti contro attivist* degli spazi liberi minacciano di diventare sempre piu’ la norma, non solo in Italia. Ciò riguarda tutt* noi. Noi condanniamo la costante criminalizzazione e ci battiamo per più, non meno, spazi di autogoverno culturale e politico.

Per ora, la reazione alla repressione della scena è rimasta purtroppo limitata - come quando, a inizio anno, lo storico ADM ad Amsterdam così come l’AZ Klinika a Praga e il Black Triangle Squat a Lipsia sono stati evacuati. Francamente, la maggior parte degli attacchi dell’ultimo decennio non ha visto alcuna seria forma di resistenza transfrontaliera, sia che si tratti di censura, incursioni o sfratti. Nel 2006, grazie ad una spettacolare e sostenuta lotta e resistenza internazionale, abbiamo almeno ottenuto uno spazio sostitutivo per l’Ungdomshuset a Copenhagen. L’attuale stato di cose è purtroppo un altro, nei Paesi Bassi, nella Repubblica Ceca, in Danimarca, Italia, ed anche qui.

Occupazione contro gentrificazione e fascist*

Nel frattempo, nuov* agitatori/agitatrici*, populist* di destra stanno prendendo piede nei parlamenti. Oltre alla stigmatizzazione dei/delle* migrant*, dipingono noi anarchici e i nostri spazi come il nemico comune. La campagna di diffamazione in seguito al G20 ha portato ad ulteriori attacchi da destra - in tutta Europa.

Attacchi apertamente fascisti come a Salzwedel l’anno scorso si intensificano in un clima di diffamazione contro i nostri spazi. E’ in questo contesto che gli attacchi incendiari contro numerosi progetti nella zona del Reno-Meno alla fine del 2018 sono situati. E’ in un clima sempre più minaccioso che sopravvivono i centri giovanili dei nuovi land federali, i quali hanno un ruolo sempre più importante come infrastrutture di resistenza antirazzista e antifascista.

Gli attacchi dello stato e dei/delle nazist* sono, tuttavia, diretti in generale contro luoghi socialmente significativi per culture e politiche di emancipazione. Sembra palese che, nella maggior parte delle città, la morsa della gentrificazione e la normalità della repressione sono così avanzate, che non c’è quasi più idea alcuna su come difendere i nostri spazi. Ex-roccaforti dell’autonomia occupante vengono ripulite sempre più. Spesso rimane solo l’opzione dell’occupazione silenziosa. Così, la critica alle relazioni di proprietà diventa invisibile e senza impatto sociale. Ma noi non terremo la bocca chiusa.

Agire a livello locale, occupare il mondo

La situazione a Berlino si è aggravata nuovamente - innumerevoli spazi sono gravemente minacciati. Là, il 2 marzo avrà luogo una manifestazione per il mantenimento degli spazi giovanili autonomi Potse&Drugstore così come del progetto abitativo femminista Liebig 34. Anche il Syndikat e la taverna di quartiere Meuterei sono minacciate. L’occupazione nella Großbeerenstraße è precaria, come la maggior parte dei progetti nella Rigaerstraße ha sempre problemi con le autorità.

Anche a Friburgo abbiamo alle nostre spalle razzie, sorveglianza e alcuni sfratti. I tentativi di attirare l’attenzione sulla necessità di un altro modo di approprizione della città, tramite nuove occupazioni, sono sempre stati criminalizzati. Anche se ci sono spunti per riforme in direzione di uno sviluppo urbano più equo, il diritto alla proprietà privata di spazio abitativo rimane intoccato.

Nonostante ciò, anche la lotta per il diritto alla città e contro la follia degli affitti non conosce fine, come dimostra la recente resistenza anche qui nel sud-ovest. Nelle settimane a venire, ci sarà da fare i conti con ulteriori azioni e manifestazioni. Tenete gli occhi e le orecchie aperti. La resistenza contro la gentrificazione, la repressione e le relazioni insolidali continua. La nostra rabbia è grande, la nostra memoria è lunga.

Ci dichiariamo solidali con le persone colpite dalla repressione e incoraggiamo tutt* ad organizzarsi in difesa delle nostre case e dei nostri spazi!

Nessun giorno senza Centri Autonomi Autogestiti!

KTS Freiburg